scenografia teatrale, un corso di zbrush può aiutare

Scenografia teatrale, un corso di zBrush può aiutare nella formazione

Intervista a Silvia Rosellina Cerioli, scultrice ed esperta di scenografia teatrale

 

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Quali sbocchi ha oggi uno studente con Laurea in Belle Arti o in Scenografia Teatrale? E’ una bella domanda, che merita una risposta che tenga conto di quanto il progresso tecnologico oggi ha contaminato scultura, atelier di arte, scenografia, cinema, teatro. In Italia abbiamo prestigiose Università e Accademie che propongono storici percorsi di formazione in scenografia teatrale e cinematografica, come anche in progettazione di allestimenti museali, mostre ed eventi. Quello che spesso manca è una apertura alle nuove tecnologie, al mondo digitale, a stampa 3D scansione 3D e software di modellazione CAD. 

Ci sono però delle personalità che si spingono oltre i limiti dei saperi tradizionali per confrontarsi con  corsi su nuove tecnologie. E’ il caso di Silvia Rosellina Cerioli, scultrice professionista, mockup artist ed esperta di scenografia teatrale. Diplomata presso l’Accademia di Belle Arti e specializzata con un Corso per Scenografi e Costumisti presso l’Accademia Teatro Alla Scala, ha lavorato per molti anni come scultrice per la Scenografia Teatrale presso il celebre Teatro alla Scala di Milano. Attualmente  Silvia lavora in proprio come scultrice e scenografa. 

Silvia ha partecipato ad uno dei nostri corsi di ZBrush per la scultura digitale. Un corso che affronta le tecniche e le strategie migliori per partire da zero e diventare un modellatore 3d capace di creare personaggi, concept, rilievi artistici. Un, corso, inoltre, che rappresenta una guida per districarsi nella complessa interfaccia di ZBrush, che inizialmente può spaventare un neofita del software. Un programma formativo che, come risulterà dall’intervista, può essere utile a chi si occupa di scenografia teatrale e cinematografica anche se abituato a lavorare con strumenti tradizionali del mestiere.

Sei interessato a saperne di più sul programma di un corso base di zBrush? 

Ciao Silvia. Spiegaci quale è il workflow tradizionale che utilizzi abitualmente nel tuo lavoro relativo alla scultura e alla scenografia teatrale.

Sia che si tratti di un lavoro commissionato o di un lavoro personale la partenza è sempre un disegno seguito dal modello. Il modello è il “fermo immagine” di un’idea ed è importantissimo poiché è grazie ad esso che vediamo per la prima volta l’oggetto nello spazio e nella luce. Grazie al modello possiamo capire gli errori, modificarli e apportare miglioramenti. Una volta realizzato un modello che soddisfa si passa alla realizzazione della scultura definitiva attraverso la fase di ingrandimento o di stampa se la dimensione resta invariata. Per ingrandire una scultura ci sono diverse tecniche che variano a seconda del materiale che si deve lavorare e anche del tipo di scultura che si deve realizzare.

 

Sei una scultrice professionista. Quanto gioca la conoscenza dell’anatomia nel tuo lavoro?

Nella scultura figurativa  la conoscenza dell’anatomia è l’alfabeto. Di vitale importanza per la scultura classica, ma conoscere l’anatomia fa la differenza anche nella scultura più “manierista” o fumettosa in quanto alza di parecchio la qualità dei lavori di chi la conosce per non parlare poi della tranquillità con cui ci si approccia al lavoro.

 

Quali sono i problemi principali che si incontrano nel trasporre il modellino di una scultura in una grande scala adatta alla realizzazione di una scenografia teatrale?

Ci sono vari aspetti a cui fare attenzione. Il primo è il taglio corretto del modello. Si rischia infatti di portare via materiale, millimetri che poi trasportati nella realtà sono centimetri, o, se si  fotografa, la giusta angolazione per il taglio dei profili. Un altro problema è il tempo poiché essendo un lavoro di ingrandimento bisogna ridisegnare in grande ogni parte del modello prima di tagliarla e riscolpirla. E in ultimo, se parliamo di grandi dimensioni, la fatica fisica.

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Alcune delle fasi di lavoro di scenografia teatrale di Silvia. Il modellino bianco è in gesso, segue un modello in poliuretano tagliato a caldo per sezionare le fette che poi ingrandite permettono la realizzazione del modello grande di scenografia in polistirolo.

Nella nostra accademia  puoi anche concordare dei corsi one-to-one focalizzati su uno specifico argomento. Ad esempio un corso di zBrush indirizzato alla scenografia teatrale e cinematografica. Prepareremo per te moduli e selezioneremo i docenti più qualificati. 

Quali potenzialità vedi nella scenografia teatrale con l’introduzione della scultura digitale?

Ho sempre lavorato con le mani e quindi all’inizio ero un po’ scettica mi sono avvicinata piano piano incuriosita da quello che vedevo accadere intorno a me, non mi sembrava possibile che si riuscisse  scolpire stando seduti a un pc e soprattutto che si potessero ridurre così drasticamente sia la fatica fisica che il tempo. Quindi penso che le potenzialità siano enormi e che calibrando bene la professionalità artistica al programma si possano ottenere ottimi risultati.

 

Quale tra i vari comandi analizzati durante il Corso di Zbrush per la Scultura Digitale ti ha colpito di più?

Dico la verità, tutti! Nel senso che ogni nuovo comando per me era una scoperta fantastica. Questo probabilmente perché avendo sempre lavorato manualmente e vedendo che la stessa cosa che magari artigianalmente ti porta via una giornata di lavoro lì la fai in un click… questo insomma è semplicemente straordinario! Un esempio? La possibilità di creare una maschera sull’oggetto rielaborarla e creare un negativo (mask brush), oppure la simmetria, o l’insert mesh brush per creare dettagli precisissimi e ripetibili su tutta la superficie dell’oggetto.

 

Stai portando avanti qualche progetto personale con le nuove nozioni acquisite dopo il corso in materia di modellazione organica, scultura e scenografia digitale?

Si anche se sto ancora imparando perché comunque bisogna lavorarci e fare proprie le nozioni. Ho dei progetti futuri che sicuramente realizzerò ragionando in modo digitale soprattutto perché (e questa è un’altra importantissima conquista) con un progetto digitale non c’è il problema dello spazio, dello stoccaggio dei materiali e si può fare un ingrandimento senza perdere la qualità dei dettagli.

Ringraziamo Silvia per la disponibilità e le auguriamo un buon lavoro!

Sei interessato alle potenzialità di zBrush per la scenografia teatrale?  Se sei alle prime armi ti consigliamo per iniziare un corso base in aula di Zbrush. 



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