LA FABCHARTER REDATTA DA NEIL GERSHENFELD
Il concetto di Fablab nasce da un’idea del prof. Neil Gershenfeld del MIT
– Center for Bits and Atoms (CBA) – sviluppata all’interno del programma formativo dal titolo evocativo “How to Make (Almost) Anything”. Il corso era tenuto presso il MIT da Neil Gershenfeld a partire dal 1998. Da quel concetto è nata la FabCharter, redatta dallo stesso Neil Gershenfeld. Tale elenco di norme è accettato e riconosciuto da tutti i Fablab. Ecco l’elenco:
Che cosa è un Fablab? I Fablab sono una rete globale di laboratori locali, che mettono in moto le invenzioni fornendo l'accesso a strumenti per la fabbricazione digitale.
Cosa c'è in un Fablab? I Fablab condividono un parco macchine in continua evoluzione per permettere di fare (quasi) ogni cosa, garantendo la condivisione dei progetti.
Che cosa fornisce la rete dei Fablab? Assistenza operativa, educativa, tecnica, finanziaria e logistica, fruizione dei servizi interni al laboratorio.
Chi può utilizzare un Fablab? I FabLab sono fruibili come una risorsa comunitaria, offrendo libero accesso agli individui.
Quali sono le sue responsabilità? Sicurezza: non danneggiare persone o macchine
Pulizia, manutenzione e miglioramento del laboratorio
Conoscenza: contribuire alla documentazione sull'uso di software e macchine di prototipazione.
Di chi è la proprietà delle invenzioni partorite dentro un FabLab? La progettazione e i processi sviluppati in un Fablab possono essere normalmente protetti da copyright e venduti dal legittimo inventore/designer, ma devono rimanere a disposizione come case history di studio per la comunità.
Le aziende possono avvalersi di un Fablab? Progetti commerciali possono essere prototipati e incubati in un Fablab, ma non devono essere in conflitto con altri usi del laboratorio; essi una volta maturi devono poi svilupparsi al di fuori del Fablab.