
La mia casa è intelligente: uno sguardo introduttivo alla Domotica e alle Smart House.
Articolo di Francesco Lo Russo
Da diverso tempo si sta parlando di domotica e smart house. Ma cos’è la domotica? Domotica significa casa intelligente, automatizzata, un connubio tra la parola latina domus e la desinenza tique, dal fr. (informa)tique, «informatica». Costituisce una parte fondamentale dello spirito che incarna la rivoluzione 4.0. Grazie ad essa è possibile animare ciò che una volta era statico: le pareti della nostra casa. Esse diventano così l’habitat per una potenziale trasformazione globale sulla scia dell’innovazione tecnologica dell’ultimo decennio. La domotica accomuna saperi trasversali al fine di migliorare la qualità di vita dell’uomo, nel suo ambiente primario, la casa. In generale essa rappresenta qualsiasi forma di automazione in grado di coordinare e gestire una struttura abitativa con lo scopo principale di migliorarne il comfort, le prestazioni, la comunicazione ed il controllo.
L’affiancamento di specifici sensori interconnessi tra di loro e gestiti principalmente da una piattaforma hanno reso molto più efficiente l’amministrazione ed il supervisionamento dell’intera abitazione, rendendo possibile così anche un controllo costante dei consumi. Il che significa un un minor spreco di energia a favore dell’ambiente. Controllare una casa in remoto semplicemente da uno smartphone diventa così possibile grazie a semplici applicazioni in grado farci connettere direttamente al server di casa nostra.Un esempio può essere Cayenne: una facile quanto intuitiva piattaforma,che ci permette in pochi istanti di connetterci direttamente con sensori appositamente installati nella nostra abitazione e di poterla gestire con un click.
L’impostazione domotica può essere traslata all’interno di aziende e ad interi conglomerati di società; si parla in questo caso di Building Automation, ossia sistemi interattivi fatti su misura per la gestione di edifici pubblici, alberghieri, ospedalieri ed uffici. Tra le varie aziende che puntano su questo settore troviamo colossi come la Siemens, Google e Amazon ma anche piccole o medie imprese come BTicino, Aldese e Vitrum.
La cyber sicurity attualmente è la preoccupazione principale sollevata dalla maggior parte degli utenti interessati alla domotica. In effetti non vi è ancora un processo che dia la certezza di possedere una casa inhackerabile, ma si stanno affinando tecniche per contrastare questa incognita. Esiste dunque la possibilità di portarci un estraneo virtuale in casa, in grado di fare “impazzire” la nostra abitazione o di farci subire un furto dati sensili. Ma è un rischio che rappresenta l’altra faccia della medaglia di questi nuovi sistemi tecnologici. Citando Asimov “qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio e il linguaggio ancor di più, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza parola”.
Fino a poco tempo fa la smart house era intesa come un bene riservato solo alle classi abbienti.
Oggi, grazie alla diffusione della cultura Open Source, è una realtà realizzabile potenzialmente da chiunque. Schede elettroniche come Arduino e basi di interaction design garantiscono un ampio livello di accesso alla domotica. Online sono presenti interi siti dedicati all’argomento, con tutorial in video e pdf e risorse di codici scaricabili gratuitamente. Il mondo open source ha reso possibile l’arricchimento e l’espansione di una cultura fino ad ora sommersa o riservata a pochi.
La possibilità di costruirsi la propria smart house diviene così una realtà. Resa possibile grazie al microcontrollore chiamato Arduino. Arduino, ricordiamolo, è una scheda made in Italy programmabile con un linguaggio chiamato “Wiring” (dall’omonimo progetto Wiring).
Un linguaggio semplice ma inesauribile diviene così il fondamento di un innovazione che parte da noi. Un esempio semplice da comprendere può essere l’autoprogettazione di un piccolo sistema di irrigazione per il giardinetto di casa, che reagisce grazie ad Arduino in modo intelligente a temperatura ambientale esterna e umidità. Bastano pochi sensori e finalmente possiamo permetterci di dimenticare di innaffiare le piante.
Sicuramente uno dei settori professionali più coinvolti dall’Internet Of Things applicato alla Domotica è quello degli Architetti e degli Ingegneri Edili. Per fornire una base di conoscenza, dalla quale partire con primi progetti sperimentali, DamA, in collaborazione con il SIAM (Società di Incoraggiamento Arti e Mestieri) e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano ha varato una serie di corsi rivolti proprio ad Architetti ed Urbanisti, fra i quali spicca il modulo
Arduino e Smart House, con rilascio di 8 cfp agli Architetti. Il corso è rivolto a architetti, ingegneri, designer che intendono progettare smart house nel settore in espansione della domotica e dell’Internet Of Things.
Un approccio base all’Internet delle Cose è invece offerto dal modulo introduttivo ad Arduino presente nel Corso di Digital Fabrication, che volendo può essere fruito direttamente come modulo singolo.
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