
06 Mar I NUOVI CORSI DamA MILANO SUI ROBOT: CONOSCIAMO I NOSTRI COLLEGHI DEL FUTURO
I robot hanno a lungo catturato l’immaginazione popolare. L’idea di macchine simili agli esseri umani è un concetto antichissimo, ma il termine “robot” è apparso per la prima volta in un’opera letteraria di fantascienza del 1921: R.U.R. (Rossum’s Universal Robots) di Karel Capek. Il termine “robot” viene inventato derivandolo dalla parola ceca robota (“lavoro pesante”).

Oggi, tuttavia, i robot non sono solo personaggi immaginari. I robot reali popolano sempre più vere fabbriche e magazzini industriali, dove condividono il lavoro quotidiano con colleghi umani.
I robot oggi sono ben visti dalle industrie, per la loro capacità di aumentare la produttività, aiutando le aziende più piccole a competere con i più grandi rivali, consentendo agli operatori umani di passare dalla noia di compiti ripetitivi a lavori più interessanti. Tuttavia sono anche accusati da gran parte dell’opinione pubblica di “rubare” posti di lavoro agli uomini.
In un articolo del 28 Marzo 2017 il New York Times titolava: “La prova che i robot stanno vincendo la corsa per i lavori americani”.
Il Fortune il 24 Marzo 2017, qualche giorno prima, annunciava: “I Robot potrebbero rubare il 40% dei posti di lavoro negli Stati Uniti entro il 2030”.
Così Forbes l’11 Aprile 2017: “Dopo che i robot avranno preso i nostri lavori, cosa succederà?”.
Ed il Presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim, che recentemente ha sottolineato come “i robot taglieranno l’orario di lavoro. Lavoreremo tre giorni a settimana. Il rischio è alimentare instabilità e violenze. Arte, intrattenimento e cura delle persone saranno le professioni del futuro” (puoi leggere un resosoconto qui)
Tutto questo denota una paura di fondo nei confronti dei robot, visti come una minaccia.
In risposta a tutto questo nascono i “Cobot” ossia Collaborative Robot. Questo articolo mira a descrivervi cosa sono e a cosa servono i Cobot, o robot collaborativi, nati per cooperare insieme agli esseri umani. Vuole essere un “reality check” sulla situazione attuale e sul futuro del nostro lavoro. Mostreremo come i Cobot differiscono in molti aspetti dai robot industriali tradizionali.
Definiamo per prima cosa cosa è un robot industriale. Un robot industriale è un manipolatore multifunzionale riprogrammabile, progettato per muovere materiali, parti, attrezzi o dispositivi specialistici attraverso vari movimenti programmati, per l’esecuzione di diversi compiti.
(Robot Institute of America, 1980).
Gli odierni robot industriali sono quindi dei sistemi meccanici costituiti da una serie di corpi rigidi (link) connessi da giunti. Un’estremità della catena è costituita dalla BASE, di norma fissata terra. All’altra estremità è presente l’END EFFECTOR (pinza, strumento di lavoro). Attualmente sono disponibili sul mercato diversi tipi di robot, che sopportano carichi da 6kg a ben oltre i 100Kg. Le tipiche applicazioni dei robot industriali sono: saldature a punti, saldature ad arco, assemblaggi, carico-scarico macchine, automazioni, movimentazioni, sigillature, siliconature, lavorazioni, pick-and-place.
Definiamo ora cosa è un Cobot. I robot collaborativi – o “cobots” – sono una classe di robot che, come suggerisce il nome, sono espressamente progettati per collaborare con lavoratori umani. Tale famiglia comprende:
- bracci robotici a ingombro ridotto.
- robot facili da programmare per gli operatori ordinari
- robot con il ruolo di strumenti per gli operatori umani, più che dispositivi per sostituire i lavoratori umani.
- robot costantemente monitorabili per mantenere il controllo dei processi automatizzati.

Ne consegue che il cobot e l’operatore umano lavorano insieme per completare rapidamente e con successo domande, richieste, compiti. La definizione letterale di collaborazione è: l’azione di lavorare con qualcuno per produrre o creare qualcosa. Lo scopo esatto dei robot collaborativi. Essi:
- permettono a un essere umano di entrare nel proprio spazio di lavoro, e di interagire nella propria “routine”.
- Sono in grado di attenuare la propria forza in caso di contatto accidentale con un operatore.
- Possono essere guidati manualmente per far apprendere loro un determinato percorso, ad esempio per veloci applicazioni pick and place.
Ottime sono le applicazioni nelle aziende. Gli imprenditori si pongono sempre più spesso domande sulla versatilità dei macchinari che stanno valutando di acquistare rispetto al continuo cambiamento del mercato produttivo. Quanto durerà una fresa CNC? Quanti lmpieghi differenti potrà svolgere nel tempo? Se cambiasse il mio core-business, sarei costretto a cambiare macchina?
L’ingresso dei Cobot ha stravolto i giochi. Essendo dei catalizzatori per il “reshoring”, consentiranno alle aziende di resistere ai rapidi mutamenti del mercato e di produrre internamente.
Il reshoring (contrario di offshoring) significa il ri-trasferimento di reparti produttivi di un’azienda nella propria Nazione. Questo permette di svolgere la maggiorparte del ciclo produttivo di un’azienda in loco. E un Cobot è lo strumento ideale che incarna questa possibilità. In caso di necessità, un Cobot può essere riprogrammato per nuove operazioni, senza il pericolo di dover cambiare o acquistare nuovi macchinari.

Andiamo a vedere ora più nello specifico cosa possiamo automatizzare grazie a loro.
- Produttività:
Un cobot può lavorare senza soste (24H). Un Cobot agevola il lavoro degli uomini prendendone il posto, in lavori pericolosi e di scarso
valore, così da concedere più spazio per dedicarsi ad altre attività più sicure e soddisfacenti. - Pezzi e organizzazione:
i Cobot trovano miglior applicazione di movimentazione, con dei pezzi di forma e dimensioni coerenti.
per facilitare la programmazione è consigliato posizionare i pezzi in modo uguale su un tavolo o un vassoio, così da poter ripetere il lavoro più volte.
in caso di pezzi che siano divergenti fra di loro o in posizioni non strutturate, si necessita di sistemi di visione o di sensori per identificare il pezzo. - Collaborazione con l’uomo:
i cobot sono strutturati per poter lavorare in sicurezza con le persone, la gestione della sicurezza riguarda le parti in movimento, l’utilizzo di uno strumento di taglio, di una torcia di saldatura o di una mola. L’ambiente di lavoro ideale è quello in cui l’operatore esegue compiti specializzati, mentre il cobot esegue fasi ripetitive o pericolose di movimentazione o interazione.
A differenza dei normali robot industriali, i Cobot non necessitano di barriere protettive per lavorare insieme all’uomo.
Grazie all’avvento dei robot collaborativi quindi il nostro lavoro verrà reso più veloce e più sicuro; tutti quei lavori monotoni e pericolosi per l’uomo, possono essere svolti da un cobot, che permetterà all’operatore di potersi concentrare su altre attività, in tutta sicurezza e armonia con la macchina.
Non ci sono limiti nei campi d’applicazione; i Cobot singolarmente o in gruppo possono eseguire azioni in loop o essere comandati live tramite comandi diretti dall’operatore umano.
Questo ci consentirà di passare da semplici applicazioni, ad utilizzi più complessi in base alle proprie esigenze. Come ad esempio: arte, videomaking, scanning 3d, intrattenimento, biomedicale, educazione, ecc…
In un futuro non troppo lontano è probabile che i robot collaborativi ci aiuteranno in tutte nelle nostre routine quotidiane, dai compiti più semplici fino alle applicazioni più complesse.
Saper utilizzare e/o programmare queste macchine, ci consentirà: funzionalità, velocità e divertimento in tutte le nostre attività. I robot sostituiranno l’uomo in molti lavori, ma la macchina non “vive” senza l’uomo.
In vista di questo DamA sta per varare un nuovo programma formativo sulla Robotica Collaborativa. Il corso è studiato per permettere a privati e aziende di effettuare un upgrade al 4.0 con la robotica e in generale aiutare e stimolare chiunque abbia voglia di inoltrarsi in questo mondo, dove l’uomo e la macchina lavorano insieme.
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