
Prime prove di scena dei robot collaborativi.
3DiTALY sperimenta con la robotica durante la Design Week 2017 presso DamA e durante il Technology Hub all’interno di Fieramilanocity.
In vista della sua apertura alla robotica, 3DiTALY, leader in Italia nei servizi legati alla stampa 3d, ha iniziato a sperimentare con i Cobot (robot collaborativi) di Universal Robots, in collaborazione con PST, i distributori ufficiali di UR. Lo ha fatto in due cornici importanti: la Milano Design Week, vetrina internazionale del design d’avanguardia, e Technology Hub, la fiera incentrata sulle disruptive technologies destinate a cambiare drasticamente le nostre vite nel prossimo futuro.
Durante la Milano Design Week (4-9 Aprile 2017) 3DiTALY ha curato, ospite del suo partner nella formazione DamA (Digital Arts & Manufacturing Academy), un’installazione scenografica dal sapore sci-fi. Un Cobot UR, montante uno scanner 3d Scan-In-A-Box, muovendosi attorno al primo prototipo Supernova Vehicles (una moto elettrica creata dal reparto R&D DamA), effettuava scansioni a parti destinate al reverse engineering, come il serbatoio e il carter motore. Il tutto in una camera buia che introduceva in uno scenario cyberpunk anni ’80, con bass-music ricca di sintetizzatori, luci violette e proiezioni di pattern bianchi e neri sulla moto.
Presso il Technology Hub di Milano (Fieramilanocity 20-22 Aprile) 3DiTALY ha invece utilizzato un Cobot UR5 per una dimostrazione di reverse engineering applicata all’architettura e l’ingegneria edile. L’evento è stato curato in collaborazione con Pierpaolo Ruttico, consulente ed esperto di robotica e design computazionale e docente di Architettura e Progettazione presso il Politecnico di Milano. Pierpaolo Ruttico è il fondatore INDEX LAB, il laboratorio di sperimentazione e ricerca sulla Digital Fabrication e la Robotica interno al Politecnico di Milano. Ed è presso lo stand di INDEX LAB che è avvenuta la performance di scansione 3d da parte del Cobot UR5 applicata ad un loro modello prototipale in scala di ingegneria edile. L’oggetto, modellato a mano in argilla come prima bozza di un elemento architettonico, si presentava ricco di sottosquadra. Motivo per cui lo scanner Scan-In-A-Box è rimasto fisso a catturare le nuvole di punti ed è stato il braccio robotico a muovere il modello architettonico, per permettere la scansione 3d da diverse angolazioni. L’applicazione voleva far comprendere le potenzialità del connubio scanner 3d-robot nel settore dell’architettura e dell’ingegneria. Il workflow parte con l’architetto/designer che crea a mano una forma grezza in argilla o in altri materiali tradizionali, la sua idea-concept o prototipo iniziale. Successivamente viene scansionata in 3d; e grazie ad un robot viene scansionata in modo accurato e professionale, senza la possibilità di errori umani. Lo stage finale è l’importazione del modello triangolato in un software come Grasshopper, per operazioni di reverse engineering, analisi strutturale (distribuzione del peso, impatto con agenti atmosferici, ecc..), ingegnerizzazione per la costruzione in scala 1:1.